Che cos’è un Checkpoint

Perché i Checkpoint

Uno dei problemi principali dell’infezione da HIV in Europa, è il ritardo di diagnosi, considerato un fattore cruciale nel continuo propagarsi dell’infezione, soprattutto all’interno di comunità definite. Tra il momento in cui contrae l’infezione da HIV e quello della diagnosi (e quindi dell’inizio della terapia), la quantità di virus presente nel corpo è in genere particolarmente alta e questo facilita la trasmissione dell’infezione; inoltre, la mancata consapevolezza di essere portatori dell’infezione spesso si associa a una minore adozione di comportamenti sessuali protetti. È in questo lasso di tempo, quindi, che avviene il maggior numero di casi di trasmissione dell’infezione da HIV. Mettere in campo interventi che facilitino l’accesso al test HIV soprattutto per le persone ad alto rischio di infezione è quindi un intervento indispensabile per limitare i casi di trasmissione. Tra questi interventi, l’offerta del test HIV al di fuori dell’ospedale, in orari comodi e in un ambiente gestito da personale “alla pari” si è rivelata particolarmente efficace nel ridurre i tempi per la diagnosi dell’infezione da HIV nella popolazione omosessuale.

Cosa sono i Checkpoint

Negli anni, pressoché in tutta l’UE le comunità maggiormente colpite dalla pandemia hanno organizzato una risposta fattiva a questo problema aprendo i cosiddetti “checkpoint”.

I checkpoint sono centri gestiti dalla comunità dove vengono offerti test rapidi per HIV e altre infezioni a trasmissione sessuale (IST). Sono, quindi, la risposta al bisogno di portare i test al di fuori dell’ambiente ospedaliero, rendendoli più accessibili. Nei Checkpoint gli utenti ricevono counselling da persone alla pari, informazioni, supporto.

Checkpoint sono stati aperti nelle principali città del Nord Europa, ma anche nella parte meno ricca (Barcellona, Lisbona, Atene, Belgrado, ecc.).

L’esperienza di Bologna

Il BLQ Checkpoint di Bologna è il primo centro italiano di questo genere.

Apre nel 2015, dopo una lunghissima fase di advocacy, grazie ad una convenzione siglata, sotto l’egida della Regione Emilia Romagna, da Azienda USL di Bologna, Comune di Bologna e Plus Onlus che è il soggetto attuatore. 

Dal mese di febbraio 2016, vengono offerti anche test per HCV (epatite C), grazie ad un progetto di ricerca realizzato in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano. Nel 2017, durante l’epidemia di epatite A nella popolazione omosessuale, offre la vaccinazione per HAV e HBV. 

Il Centro è attualmente gestito in regime di volontariato da operatori qualificati dell’associazione Plus adeguatamente formati secondo quanto concordato nella convenzione; il BLQ Checkpoint è aperto martedì e giovedì dalle 18 alle 21. 

In breve, l’utente che entra nel centro viene accolto dai volontari che forniscono le prime informazioni sulle caratteristiche dei test rapidi offerti, viene poi accompagnato o accompagnata dal volontario dell’associazione nello studio dove l’infermiere effettua il prelievo capillare per il test per HIV e il salivare per il test per HCV. 

L’esito si ha dopo circa 20 minuti, durante i quali l’utente può avere un franco colloquio alla pari con l’operatore sulle pratiche sessuali, la percezione del rischio e la sua eventuale riduzione, le tecniche di prevenzione più adatte alla sua situazione.

Un modello che risponde ai bisogni

Il modello Checkpoint ha ovunque un grande successo, con accessi sempre in crescita e riscontri molto positivi da parte degli utenti che ritornano periodicamente per un controllo.

i dati sull’orientamento sessuale degli utenti del BLQ Checkpoint, evidenziano una maggioranza di utenti appartenenti al gruppo MSM, tuttavia sono numerosi gli accessi anche da parte delle persone eterosessuali.

Il modello Checkpoint per Roma

Il Lazio è una delle Regioni italiane con il maggior numero di nuove diagnosi di Hiv rispetto alla popolazione: nel 2019 si sono registrate 5,5 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti, contro le 4,9 in Lombardia e 4,7 in Emilia-Romagna. 

Il 52,2% delle nuove diagnosi registrate nel Lazio nel 2019 sono avvenute in MSM, che costituiscono il gruppo più colpito se si raffronta con il 25,1% dei maschi eterosessuali e il 19,3% delle femmine eterosessuali. 

Analizzando i dati relativi alle nuove diagnosi da Hiv nella provincia di Roma, il 53,2% dei casi si concentra tra MSM, contro il 23,8% dei maschi eterosessuali e il 19,4% delle femmine eterosessuali. 

Nello stesso anno, nel Lazio il 41,4% delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è avvenuta con CD4 < 200, valore che indica uno stato di compromissione del sistema immunitario, e ben nel 63,5% dei casi con CD4 < 350, contro una media nazionale rispettivamente di 39,77% e 58,7%. 

Chi sostiene il Checkpoint Plus Roma

Il Checkpoint Plus Roma nasce da una convenzione sottoscritta con ASP Asilo Savoia che coinvolge anche Regione Lazio e INMI L. Spallanzani: la nascita di un checkpoint nella Capitale è stata infatti voluta dalla Regione Lazio nella delibera 610 del 2019, nella quale veniva indicato in ASP Asilo Savoia l’ente responsabile per la sua realizzazione che avrebbe messo a disposizione i locali e individuato attraverso bando (poi vinto da Plus Roma) l’associazione per la gestione del servizio, mentre all’INMI L. Spallanzani veniva affidata la responsabilità della conduzione degli aspetti tecnici ed epidemiologici del progetto, garantendo in particolare ogni necessario supporto professionale e la fornitura dei test necessari.

Ma il progetto Checkpoint Plus Roma è anche un bene di tutta la comunità LGBT della città. Molte associazioni che rappresentano questa community hanno sposato il progetto: il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli che collaborerà fattivamente per la realizzazione del progetto, Anlaids, Lila, Parsec e Agapanto

Anche gli altri centri clinici oltre all’Istituto nazionale per le malattie Infettive L. Spallanzani, appoggiano il progetto: il Policlinico Umberto I, il Policlinico Tor Vergata, il Policlinico Gemelli, l’Istituto San Gallicano. 

L’apertura di un Checkpoint nella città di Roma rappresenta un modo per concretizzare l’impegno della comunità nella tutela della salute sessuale dei cittadini romani, in particolar modo in coloro a maggior rischio di infezione da Hiv. Nonostante le associazioni romane da tempo offrano servizi di test community-based presso la propria sede o in iniziative in locali e spazi pubblici, la costituzione di un centro dedicato alla tutela della salute sessuale, collocato in un’area frequentata dalla comunità LGBT, consente di ottenere una visibilità che mette in risalto l’importanza della tutela della salute, e costituisce di per sé un elemento di informazione e sensibilizzazione.

Obiettivi del Checkpoint Plus Roma

La nascita di un luogo fisico che sia riconosciuto dalla comunità LGBT come un ambiente in cui accedere facilmente a servizi per la salute sessuale consente di perseguire diversi obiettivi, tutti convergenti nell’unico grande obiettivo di fermare la ulteriore diffusione di HIV e altre IST. Per ottenere questo obiettivo, al Checkpoint Plus Roma si intende:

  • Promuovere ed eseguire test per l’HIV e altre infezioni sessualmente trasmesse (IST), in particolare presso le persone che fanno parte di gruppi in cui è più frequente la trasmissione di HIV e altre IST, come le persone omosessuali.
  • Ridurre il ritardo di diagnosi nella popolazione vulnerabile che accede al test, riducendo i tempi in cui è più probabile la ulteriore trasmissione delle infezioni.
  • Facilitare l’accesso tempestivo alle terapie attraverso un servizio di supporto per le persone diagnosticate recentemente e la diffusione di informazioni scientificamente valide sulla efficacia e sicurezza dei farmaci antiretrovirali.
  • Prevenire nuovi contagi diffondendo una cultura della prevenzione basata sul rispetto della vita sessuale della persona, l’offerta di strategie di prevenzione combinata che possano adattarsi alle esigenze di ogni singolo, e superando le barriere dovute allo stigma sulla cultura della sessualità.
  • Fornire, da parte di volontari di Plus Roma, operatori della comunità coinvolta nelle patologie a trasmissione sessuale, il counselling appropriato a chi deve affrontare un passo importante a carattere medico, psicologico e sociale. 
  • Favorire l’inclusione delle persone che vivono con HIV nelle loro comunità attraverso l’empowerment e il contrasto di pregiudizio, stigma e discriminazione.

La realizzazione del Checkpoint Plus Roma

La realizzazione del Checkpoint Plus Roma ha previsto una serie di azioni strategiche che andranno condotte in parallelo:

  • Individuazione di un locale: sono stati individuati i locali, di proprietà di ASP Asilo Savoia, in cui realizzare il Checkpoint Plus Roma, in un’area frequentata dalla comunità LGBT romana e facilmente accessibili con il trasporto pubblico. 
  • Formazione degli operatori: in collaborazione con le istituzioni sanitarie locali e regionali, è stato organizzato un corso di formazione per i volontari che intendono operare all’interno del Checkpoint Plus Roma.
  • Individuazione dei percorsi di aggancio alle cure: è stato definita, in collaborazione con l’INMI L. Spallanzani, una carta dei servizi che indica, tra le altre cose, le modalità con cui le persone che abbiano un esito reattivo al test HIV e per altre IST possano agevolmente e rapidamente accedere al percorso di presa in carico presso la struttura ospedaliera dove ricevere tutte le cure necessarie.
  • Promozione del Checkpoint Plus Roma: l’esistenza del Checkpoint Plus Roma deve entrare a far parte del patrimonio sociale e culturale della comunità LGBT romana che deve essere informata circa i servizi disponibili, coinvolta nelle scelte delle azioni più efficaci da intraprendere e facilitata nell’accesso ai servizi stessi; per fare questo, si interverrà in diversi eventi della vita sociale della comunità LGBT per informare e chiedere un feedback sulle azioni intraprese per la realizzazione e il funzionamento del Checkpoint Plus Roma.

Risultati attesi

Conformemente a quanto ottenuto dalle altre esperienze europee, l’attività si propone di aumentare l’accesso al test HIV da parte della popolazione MSM di riferimento (Roma, Lazio e Centro-Sud Italia in generale). In riferimento alle attività del BCN Checkpoint operativo a Barcellona dal 2007, il numero di utenti che si sono sottoposti al test HIV è cresciuto da 951 nel primo anno di attività a 4.049 nel 2012. Non si tratta solo di utenti che ricorrono ripetutamente al servizio ma anche di nuovi accessi: ogni anno, infatti, il BCN Checkpoint registra 1.500-1.700 nuovi utenti. La percentuale di test risultati reattivi è compresa tra il 3,4 e il 6,2% a seconda degli anni. Attualmente una quota compresa tra il 34,1 e il 40,4% delle nuove diagnosi di infezioni di HIV in Catalogna viene effettuata nel centro catalano. Il servizio consente di ottenere una diagnosi più tempestiva, come dimostra il fatto che il 62% dei test positivi è stato effettuato in persone che avevano un test negativo effettuato meno di 18 mesi prima. 

È lecito prevedere che l’attività del Checkpoint Plus Roma possa seguire trend simili. Secondo un sondaggio condotto da Plus e presentato alla Italian Conference on AIDS and Retroviruses ICAR 2014, il test effettuato nella sede di una associazione è l’opzione preferita dal 31,0% dei rispondenti. Inoltre, presso il BLQ Checkpoint di Bologna si è registrata nei primi anni di attività una crescita nel numero di accessi. Ci si aspetta, quindi, di effettuare nel primo anno di attività una media di 10-12 test HIV al giorno, per un totale di 2.000-2.500 test effettuati. Ipotizzando una percentuale di risultati reattivi pari al 1-3%, si avrebbero circa 20-75 nuove diagnosi di infezione da HIV nel centro, pari all’10-30% del numero di nuove diagnosi registrate nella provincia di Roma nel 2019 (n = 260).